martedì 24 agosto 2010

Mon petit chévre

Finalmente ieri abbiamo gustato il mio formaggino di capra, piccolo esperimento di cui accennato in precedenza. Fatto purtroppo con latte comprato al supermercato, ma quel che mi importava al di là della qualità totale era il risultato: pasta cremosa, leggera crosticina gialla e coperta di genuina muffina bianca, innestata in fase di cagliatura. La piccola creatura formaggiosa, inizialmente cremosa e simile a un mascarpone, ha maturato qualche tempo in frigo, poi l'ho passato in cantina per la stagionatura, che ha dato i suoi frutti nel giro di un paio di settimane (forse tre). Per i più curiosi la cagliata è stata di tipo acido, usando solo una goccia di caglio liquido e innestando da subito il pennicillum bianco. Dopo 24 ore il latte era rappreso e ne è seguita il resto della lavorazione (sgrondatura e asciugatura con stazionamento a 5-6°C per qualche giorno, niente salatura).
Per gustarlo a pieno l'abbiamo utilizzato come farcitura di "omelette dietetiche", ovvero fatte solo con albumi (con un pizzico di noce moscata e sale). L'effetto era da leccarsi i baffi. L'ultimo spicchietto rimasto l'ho giustiziato insieme a pere e miele (entrambi a Km0). Esperimento da riprovare, magari con latte di qualità.

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